Rinnegare/Rinnegarsi

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(via favim.com)

Quando ero ancora un'adolescente grassa ho passato buona parte della mia vita, specialmente al liceo, a rinnegare una parte di me stessa per piacere a qualcuno. Partiamo dal presupposto che ero una di quelle "strane" per un liceo di una città con una mentalità molto provinciale, quindi converse nere = satanista, magliette di gruppi musicali = cogliona, niente trucco e parrucco = cesso (beh, questo era vero), fissata con l'informatica = SEI UN MASKYO?!?1!, tanti libri = mega sfigata, musica rock/metal/indie = ODDIO MA CI SEI?!1!!. Avete capito, sì, insomma. Essendo una clone di Jabba, non curandomi molto del mio aspetto e avendo interessi normali, ma che per la fauna locale erano strani, ho attraversato una fase in cui ho pensato che facendo finta d'aver interessi uguali a quelli di alcuni ragazzi che mi piacevano o di gruppi di amici, avrei fatto di me una meno strana, una di quelle a cui ci si poteva avvicinare insomma. Ho cominciato a farmi piacere gruppi dei quali fregacazzi, ho cominciato a guardare film, telefilm e certi programmi per capire se potevo essere così. La cosa terribilmente spaventosa è che riuscivo a far finta di conoscere certe cose grazie ad uno dei miei talenti più sviluppati: la googlata strategica. Ebbene sì, nei primi anni 2000, quando voi vi facevate catfishare da questo o quello, io già scoprivo il magico mondo di Google per sembrare onniscente. Quante chat MSN piene di stronzate.
La gente ci credeva fermamente che mi piacessero quelle cose, perché dai "lei le conosce così bene", quindi strinsi qualche rapporto di pseudo - amicizia e cose così. Chiaramente ogni qual volta facevo uscire la Giorgia vera, quella che "forse Ligabue fa cagare, son meglio i Radiohead" prendeva randellate morali sui denti e presto chiudeva ogni rapporto. Finalmente quando stavo finendo il liceo è arrivata l'illuminazione: rinnegare i propri interessi è rinnegarsi. Sì, perché io aderisco alla scuola di pensiero che ognuno sia ciò che gli piace e non credo a teorie diverse, mi dispiace.
Probabilmente adesso vivo la fase più menefottista della mia intera esistenza e qualche giorno fa mi son chiesta come abbia fatto a smettere di rinnegarmi e accettarmi (quasi del tutto) scema come sono. Inizialmente ho imputato la cosa all'essermi data una sistemata, esteticamente parlando, e a quella maturità che sarà venuta fuori insieme ai denti del giudizio, cosa in parte vera, perché se non bestemmi per quelli (e per le coliche biliari) sei CERTAMENTE matura. Poi ho capito. I miei interessi sono diventati un po' un filtro con l'esterno, ogni qual volta mi rapportavo con qualcuno li mettevo al primo posto, come per dire "ehi bello, io sono i miei mille libri e telefilm, la mia fissazione con Federer, Harry Potter e i Radiohead, non devono piacerti, ma se mi vuoi conoscere, son così", che è un po' come farsi una carta d'identità emotiva, perché senza Federer che gioca il mondo è triste, senza i millanta insegnamenti di Harry Potter sarei una zoticona e perché senza i Radiohead chi mi avrebbe consolato quando ero sola come il neurone di Salvini? Di conseguenza l'illuminazione è che adesso ho accanto persone che accettano chi sono, le mie stranezze, i miei interessi, anche senza condividerli. Il fatto che poi io abbia contagiato la gente che amo con le cose che mi piacciono è un altro discorso e in alcuni casi chiamerei la cosa "accanimento terapeutico".